sabato 31 luglio 2010

MOLDAVIA: PRETE ORTODOSSO ANNEGA UN NEONATO DURANTE IL BATTESIMO (di Luigi Tosti)



Secondo quanto riporta The Sun, un sacerdote ortodosso del distretto di Rascani, nel nordovest della Moldavia, ha annegato un bambino durante il rito battesimale. Padre Valentin, questo il nome del prete, secondo i testimoni non avrebbe coperto naso e bocca del piccolo durante la tradizionale immersione totale del neonato nella vasca dell’acqua santa. Il piccolo è diventato paonazzo e dopo una ventina di minuti ha iniziato a perdere sangue da naso e bocca. Trasportato subito all’ospedale, non è però sopravvissuto.La madrina Aliona Vacarciuc ha commentato: “eravamo allarmati, il sacerdote ha risposto seccato di sapere il fatto suo”. Il padre del piccolo, Dumitru Gaidau, che si era preoccupato dello stato del figlio, così ricorda la scena: “Il sacerdote imperturbabile mi ha risposto che non poteva interrompere il rituale: non credevo ai miei occhi. L’acqua è stata trovata nei polmoni del bambino”.Il prete ora rischia tre anni di carcere per omicidio colposo, ma negherebbe la propria responsabilità.

COMMENTI:

1) Forse il prete era balbuziente e ci ha messo troppo tempo a leggere le formule magiche.
2) Battezzarsi da grandi non è una garanzia: bisogna sempre saper nuotare.
3) Morti durante lo sbattezzo: ZERO !!!
4) “Un po’ d’acqua -dicono i cattolici- non fa male a nessuno”.
5) La prudenza impone di munire i battezzandi cattolici di muta, bombole di aria compressa ed erogatori.
6) Se ci scappa il morto, non tutto il male vien per nuocere: al neonato viene garantito l'accesso immediato in Paradiso.


NELLA FOTO: Madrina ed Padrino in tenuta da Battesimo.

lunedì 26 luglio 2010

SARANNO FAMOSI: Franco Frattini e le sue esternazioni sul crocifisso (di Luigi Tosti).

Il Ministro degli esteri Frattini è un “Titano” del “Diritto”, un vero pozzo di scienza giuridica: sicuramente diventerà famoso per le sue deliberazioni sulla questione dell’esposizione dei crocifissi, prese nella sua autorevole qualità di “Commissario europeo”.
Ricordo infatti che l’On.le Cappato, nel 2008, rivolse alla Commissione europea un’interpellanza sul “mio” caso, che qui di seguito riporto

INTERROGAZIONE SCRITTA E-0284/08
di Marco Cappato (ALDE)
alla Commissione

Oggetto: Simboli religiosi nelle aule di tribunale in Italia

Sebbene una serie di norme internazionali ed europee consacrino il diritto alla libertà di religione, alla non discriminazione, alla laicità dello Stato ed alla separazione di questo dalla Chiesa, il governo italiano impone l'esposizione nelle aule di giustizia del crocefisso cattolico, sulla base di una circolare fascista peraltro dichiarata abrogata dalla Corte di Cassazione. Il magistrato Luigi Tosti, di religione ebraica, aveva richiesto la rimozione dalle aule giudiziarie di tale simbolo religioso, o ,in alternativa, anche l'esposizione di altri simboli religiosi, in particolare la menorah ebraica, ma tale richiesta é stata rifiutata dal Ministro della giustizia. Egli è infine stato condannato, a seguito della sua decisione di astenersi dalle udienze, a sette mesi di reclusione, sospeso dalle funzioni e dallo stipendio nonché sottoposto a procedimento disciplinare.
Non ritiene la Commissione che l'affissione di un simbolo religioso nelle aule di giustizia, come pure il rifiuto opposto da parte del governo italiano alla richiesta del magistrato Tosti di non esporre alcun simbolo religioso o in alternativa di esporre una pluralità di simboli religiosi, corrispondano ad una violazione delle norme internazionali, europee e nazionali sulla libertà di religione, sul divieto di discriminazione religiosa o razziale, sulla laicità dello Stato e della giustizia e sulla separazione tra Stato e Chiesa?

La risposta a questa interpellanza fu affidata al ferratissimo e sagacissimo Commissario europeo Franco Frattini che, a nome della Commissione, così “sentenziò” il 28.2.2008 (risposta E-0284/08IT):

“La Commissione ricorda che le leggi nazionali sui simboli religiosi negli edifici pubblici rientrano nell'ordinamento giuridico interno.”

Ebbene, se si raffronta oggi questa “risposta” con la sentenza della Corte europea del 3.11.2009 -che ha condannato l’Italia nel caso Lautsi Soile proprio per essersi rifiutata di eliminare i crocifissi- si ha modo di apprezzare in tutta la sua profonda vastità la preparazione, la sagacia, l’equilibrio, la neutralità e la scienza giuridica di cui l’On.le Franco Frattini è in possesso.
Ma questo personaggio, sicuramente destinato a passare alla “Storia”, non demorde. Durante una tavola rotonda ad Orvieto, organizzata dai circoli della fondazione Nuova Italia sul tema Identità cristiana e libertà della Chiesa, si è infatti espresso di nuovo sulla questione del crocifisso, contestando “la decisione di un tribunale di pochi giudici” come la Corte di Strasburgo su “come, quando e se noi possiamo esporre un crocifisso”. Il “diritto” di imporre il crocifisso negli uffici pubblici, secondo Frattini, “nessun tribunale ce lo potrà togliere, è un nostro diritto fermo”. “Rispettiamo il diritto di chi non crede” continua “ma rispettiamo anche il diritto dei credenti di esporre i propri simboli”. Attacca quindi la corte di Strasburgo che “ha affermato una cosa offensiva, inaccettabile: il crocifisso sarebbe un simbolo di divisione”. Secondo il ministro invece il crocifisso “è stato nella storia, nei millenni, un simbolo di riconciliazione. Non ci ha divisi ma uniti. È un simbolo nel quale la gente ha cercato la pace”.
Frattini annuncia battaglia a livello internazionale. Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi infatti “ha portato la questione del diritto di professare la propria religione al Consiglio europeo”, per “ottenere una risoluzione in cui si sottolinei che la libertà di tutte le religioni non è una questione che riguarda solo noi, ma ogni paese del mondo”. Il ministro anticipa inoltre che “il governo italiano preparerà una risoluzione sul diritto della libertà religiosa nel mondo da portare a settembre all’assemblea dell’Onu”.
Esiste un limite all’impudenza?