venerdì 18 febbraio 2011

LA CASSAZIONE RESPINGE IL RICORSO DI LUIGI TOSTI: ECCO LA MOTIVAZIONE.



Pubblico, qui di seguito, le “motivazioni” per le quali -secondo i cattolici, e più precisamente secondo il Venerabile Beda dell’Angolo di cielo (http://angolodicielo.altervista.org/phpbb/viewtopic.php?f=90&t=3409) - il mio ricorso contro la sentenza di rimozione dalla magistratura, pronunciata dal CSM presieduto dall’illustre giurista Avv. Nicola Mancino, deve essere respinto. Lascio ai lettori i loro personali commenti. Per quanto mi riguarda mi piace ribadire quello che ho scritto nel mio ricorso, e cioè che la Procura Generale della Cassazione e il Consiglio Superiore della Magistratura si sono fatti “paladini” -con le loro condotte- di Ministri “razzisti” e di cattolici intolleranti ed altrettanto razzisti del calibro di colui che si firma sotto lo pseudonimo di Venerabile Beda, vantandosi di essere “sfacciatamente di parte”. Il bello è che questi Ministri e questi individui non si vergognano neppure.
Comunque, se questo è lo “spessore” delle “motivazioni” per le quali dovrei essere rimosso dalla Magistratura, attendiamo con serenità le “motivazioni” reali delle Sezioni Unite della Cassazione, per vedere se anche codesti Signori spalleggiaranno i criminali razzisti autori delle discriminazioni religiose ai miei danni.
Queste le testuali parole del “Venerabile Beda”:

“Il giudice Luigi Tosti, è stato destituito dall'ordine giudiziario per omissione di atti di ufficio, essendosi ingiustamente rifiutato di tenere udienza, a causa della (positiva) presenza del crocifisso nell'aula. Come se la presenza del crocifisso, lo obbligasse a credere per forza. O peggio, come se l'aula giudiziaria o il mondo fosse suo. Si adegui! Il magistrato, era già stato giustamente sospeso dalle funzioni e dallo stipendio. Ci spiace se è un padre di famiglia. Ma ha commesso un reato: omissione di atti di ufficio. In realtà, (in modo molto discutibile), al citato magistrato, era stata messa a disposizione un'aula senza crocifisso. Ma non ha accettato. Evidente che non era una presunta quanto fantomatica violazione della sua libertà di individuo, ma un pretesto finalizzato a togliere i crocifissi da tutte le aule giudiziarie, come se lui fosse il padrone. Solo che lui non è il Padrone. Il Padrone è un altro. Il Padrone è Dio. E il Figlio del Padrone, è Gesù Cristo, a cui lui, prima o poi, volente o nolente, si dovrà sottomettere. Farebbe molto bene al pensare al "dopo", anzichè porre in essere omissioni di atti d'ufficio. Invece, annuncia ricorso. Per come vanno le cose, è possibile che il ricorso venga accolto. Speriamo di no. A quanto pare, le persone di buon senso ci sono ancora, come quanti hanno preso questa saggia e giusta decisione di sospendere il Tosti. Vedremo gli sviluppi. Finora, giustizia è stata fatta.
_________________Il Venerabile Beda
Noi, siamo sfacciatamente di parte, e ce ne vantiamo!

3 commenti:

Unknown ha detto...

E' un post che tocca rari picchi di comicità involontaria. Io tifo visceralmente per Lei e la sua causa di civiltà, prima che di laicità.

eurocitoyen ha detto...

Non dimentichi la CORTE EUROPEA DEI DIRITTI DELL'UOMO a cui far ricorso!

Anonimo ha detto...

Era ovvio! In un paese dove tutti dicono che esiste la libertà di opinione, di espressione, di stampa sulla base dell'art. 21 della Costituzione, ma che in realtà è un articolo completamente vuoto; di fatto sempre violato (vedasi le leggi che impongono i colleggi profesionali, le autorizzazioni preventive per aprire un giornale...). Che ci si poteva aspettare? Che dessero la libertà a un ateo (od a un esponente di altra religione) di essere libero? lei fa bene a lottare, nelle aule dei tribunali, ma francamente non credo che possa ottenere la giustizia che merita; tanto meno la otterrà in sede di organismi europei, per i quali la prima unificazione si è avuta grazie al "camino de santiago". Anche la "giustizia" è di parte e sta dalla parte dei potenti di turno, in questo caso il cattolicesimo. Per ottenere giustizia bisogna prima scardinare il sistema esistente. Comunque ammiro il suo coraggio.