giovedì 26 novembre 2015

LA GUERRA DI RELIGIONE ESISTE E VA SUPERATA (di Massimo Maiurana)

Pubblico con piacere il seguente articolo di Massimo Maiurana, tratto dal sito dell'UAAR, non solo perché lo condivido, ma anche perché lo merita. Buona lettura.



Il mito del decadimento dell’umanità a causa di se stessa ricorre in diverse religioni. Per gli antichi greci tutto ebbe inizio nel momento in cui Pandora aprì il vaso in cui erano stati rinchiusi i mali del mondo, nonostante Zeus le avesse raccomandato di non farlo. Per la Bibbia ebraica, alla base anche di cristianesimo e islam, fu sempre per disobbedienza che Eva raccolse e mangiò il frutto proibito dell’albero della conoscenza del bene e del male. L’uomo causa del suo mal, quindi, l’uomo che sfida puerilmente la divinità e che per questo viene punito, privato dell’immortalità e vittima perenne delle conseguenze della sua azione. Anzi, per quanto riguarda il genere non l’uomo ma in realtà la donna, e qui ci sarebbe ulteriormente da ridire ma è un altro discorso.
Se l’umanità è stata dannata per essersi allontanata dalla divinità, ne consegue che l’unica possibilità di salvezza è la redenzione, l’obbedienza cieca al dettato divino, con l’estrema punizione come inevitabile alternativa. Non a caso la Bibbia è piena di annientamenti di massa, dal Diluvio universale a Sodoma e Gomorra, passando per le piaghe d’Egitto e altri orrori vari. Sempre non a caso, la storia è zeppa di stermini e crimini giustificati attraverso la religione, dai nativi americani alle comunità valdesi. Fino ai giorni nostri. Fino a Parigi.
È la religione il suo ingrediente principale, lo dimostrano gli obiettivi individuati negli attacchi
Il terrorismo islamista è un fenomeno troppo complesso, vasto e organizzato per essere ridotto semplicisticamente a puro fondamentalismo religioso, ma non si può negare che sia prevalentemente basato su quello. È la religione il suo ingrediente principale, lo dimostrano gli obiettivi individuati negli attacchi alla capitale francese. È stata colpita l’irriverenza blasfema di Charlie Hebdo a gennaio, sono stati colpiti luoghi percepiti come simbolo di empietà a novembre, come spiegato nel comunicato di rivendicazione dell’Isis. Certo: è anche stata colpita una nazione militarmente impegnata laddove l’Isis agisce, ma il fatto che essi stessi usino principalmente la religione per giustificare gli attacchi non può e non deve passare in secondo piano.
Per il sociologo Khosrokhavar l’identikit del jihadista è in prima istanza quello di un giovane che impara a odiare la società perché escluso da essa, costretto a vivere ai margini. Va bene, l’ambiente delle banlieue è intriso di islam e di disagio sociale, ma bisognerebbe allora spiegare perché le altre periferie del mondo producano in genere borseggiatori e spacciatori, non certo aspiranti kamikaze. E bisognerebbe anche spiegare come mai tra gli islamisti arrestati a Merano ci fossero un sussidiato dal Comune con 2.000 euro al mese e un altro a cui era stato assegnato un appartamento perché, a suo dire, perseguitato in Iraq. È evidente che i conti non tornano. Nemmeno quando Khosrokhavar dice che in seconda istanza ci sono quei giovani non emarginati che lui definisce come “romanticisti naif”, presumibilmente anche annoiati, che vanno a combattere in Siria ma tra cui non sarebbero emerse figure di rilievo.
I conti tornano invece tragicamente quando si cerca di capire qual è il sentire comune dei musulmani. Secondo una ricerca del Pew Research Center c’è sì, nei Paesi islamici, una maggioranza di musulmani con un’opinione negativa nei confronti dell’Isis, ma ci sono anche una fetta preoccupante di favorevoli e una consistente di dubbiosi. E poiché non si tratta di un sondaggio sulle preferenze alimentari, percentuali medie del 10% di sostenitori del terrorismo sono a dir poco drammatiche. Specialmente quando si parla di un Paese come la Turchia, membro della Nato e aspirante membro dell’Ue, in cui ogni 12 persone ce ne sono una che si dice a favore dell’Isis e due che preferiscono non esprimersi. Se poi guardiamo dentro casa nostra, sembra che le cose vadano addirittura peggio che in Turchia; secondo un’indagine di Ipr, presentato alla trasmissione televisiva Porta a porta, addirittura il 12% dei musulmani in Italia giustificherebbe in qualche modo la strage di Parigi.
Seguano ulteriori passi, nel senso di una graduale secolarizzazione dell’identità islamica
In questo contesto ben venga la campagna “Not in my name”, che ha portato musulmani di tutto il mondo a condannare apertamente l’Isis prima attraverso i social network, fotografandosi con cartelli recanti lo slogan della campagna, e poi in piazza, a Roma e Milano, per dirlo tutti insieme con parole forti e chiare. Finalmente! Da tempo veniva chiesta da più parti ai musulmani moderati una condanna senza riserve della strategia del terrore e del fondamentalismo, e dopo una lunga striscia di sangue siamo giunti al primo passo, sebbene con un livello di partecipazione tutt’altro che entusiasmante. Non possiamo che sperare che adesso seguano ulteriori passi, nel senso di una graduale secolarizzazione dell’identità islamica.
Da questo punto di vista noi occidentali abbiamo il dovere di porre le basi perché questo processo possa iniziare e poi proseguire nella giusta direzione, il che vuol dire fare esattamente il contrario di ciò che finora è stato fatto. O meglio, il contrario di quello che alcuni hanno fatto e continuano purtroppo a fare, opponendo l’identità cristiana al fondamentalismo islamico e contribuendo quindi ad alimentare il conflitto interreligioso. Ha forse senso proporre l’esposizione del crocifisso in tutte le scuole, come hanno fatto Ilaria Giorgetti, in veste di presidente del quartiere Santo Stefano di Bologna, e il consigliere regionale dell’Umbria Marco Vinicio Guasticchi? O invitare le scuole ad allestire tutte il presepe, come ha fatto il quotidiano La Nazione? In altre parole, qualcuno veramente pensa che il rimedio al terrorismo passa per l’ostentazione di un “orgoglio cristiano”?
“Orgoglio laico”, di una società basata non su un clericalismo diverso ma sull’assenza di clericalismi
Chiaramente la risposta è no. La ricetta migliore contro il terrorismo religioso non può che essere la rivendicazione di un“orgoglio laico”, di una società basata non su un clericalismo diverso ma sull’assenza di clericalismi. Che ovviamente non equivale all’assenza di religioni. Non si tratta di de-cristianizzare i cristiani o di de-islamizzare i musulmani, si tratta di avere come obiettivo una laicizzazione di tutti intesa come rispetto verso qualunque cultura e fede, intesa come primato della libertà, intesa come baluardo contro ogni clericalismo, Isis compreso. Del resto è proprio questo che gli islamisti non accettano: la libertà occidentale, che per loro assume la forma dell’empietà. Non l’accettano per la stessa ragione di fondo per cui anche il cristianesimo, come le altre religioni, lo ha fatto storicamente. Perché una società laica è libera, e una società libera non è per definizione controllabile. Loro, i clericalismi, invece vogliono assolutamente controllarla, e quindi cercano di codificarne ogni comportamento attraverso l’imposizione di morali e dottrine pretese universali.
Ecco perché armarsi di crocifissi non è solo sbagliato ma anche deleterio. Perché la prospettiva che si offre è solo un mondo con una diversa cultura dominante sulle altre, quando invece dovrebbe essere un mondo in cui tutte le culture sono libere e nessuna è egemone. Se si riuscirà a far capire questo ai musulmani che hanno sfilato con i cartelli anti Isis, magari loro stessi potrebbero farsi promotori di un islam più rispettoso dei diritti dell’uomo. E tutti potremmo solo beneficiarne.
Massimo Maiurana


lunedì 2 novembre 2015

Bergoglio e la sua Chiesa: copertura mafiosa per i preti “inculabambini” e carcere duro per chi diffonde documenti veri.


La coerenza criminale della Chiesa cattolica seguita a manifestarsi in tutto il suo fulgore, ovviamente in mezzo all’indifferenza della stampa italiota e dei politici-lacchè che governano la Repubblica Pontifica italiana. L’ultima chicca è avvenuta ieri, quando la Gendarmeria e la Magistratura Vaticane hanno arrestato il monsignore spagnolo Lucio Angel Vallejo Balda, 54 anni, segretario della Prefettura degli Affari economici della Santa Sede e, altresì, la Pr italiana Francesca Immacolata Chaouqui, 33 anni, rispettivamente segretario e membro della Cosea, Commissione referente di studio e indirizzo sull'Organizzazione delle Strutture economico-amministrative della Santa Sede, istituita dal Papa nel luglio 2013 poi sciolta dopo il compimento del suo mandato. Era dai tempi dei processi alle streghe che la Santa Inquisizione Cattolica non metteva in gatta buia una donna. Fatto sta che, forse per timore reverenziale nei confronti della Santissima Vergine, l'Immacolata Francesca è stata rilasciata dopo che aveva fatto delle ammissioni, non si sa se sotto tortura, come ai bei tempi delle streghe e degli eretici.
Particolarmente “grave” è il delitto di cui questi due lestofanti si sono macchiati. Sono infatti sospettati di avere sottratto e divulgato "notizie e documenti riservati" che, poi, sarebbero alla base di due nuovi libri non ancora pubblicati: «Avarizia», del cronista dell'Espresso Emiliano Fittipaldi, e «Via Crucis», del giornalista Mediaset Gianluigi Nuzzi.
L’Organo di informazione e propaganda di regime del Monarca Bergoglio ci ha tenuto a sottolineare che la divulgazione di notizie e documenti riservati è un gravissimo reato previsto dalla Legge n. IX dello Stato della Città del Vaticano (13 luglio 2013) art. 10 (art. 116 bis c.p.): un reato che va severamente represso e punito perché “non concorre in alcun modo a stabilire chiarezza e verità, ma piuttosto a generare confusione e interpretazioni parziali e tendenziose”, ovverosia, detto in termini più chiari, a sputtanare la Chiesa Cattolica, rendendo di pubblico dominio le sue immani ricchezze e le disinvolte, occulte e criminose modalità con le quali esse vengono gestite, allo scopo di ingrassare ulteriormente i preti e di metterla nel culo al cosiddetto gregge dei “poveri di spirito”, il quale ultimo resta la vera risorsa della Chiesa e, sicuramente, la categoria di soggetti più graditi dai preti, in questo pianeta Terra, e più privilegiata dal “Buon” “Dio degli eserciti”, nel Regno dei Cieli, dove sono stati allestiti -per questa categoria di beati "beoti"- dei pascoli sterminati, allietati da luci celestiali e da musiche soavi.
Certo, potrebbe suonare un tantinello stridente la circostanza che i Papi e la Chiesa Cattolica non abbiano riservato una centesima parte della stessa severità nei confronti dei loro preti pedofili, altrimenti soprannominati “inculabambini”, che hanno sodomizzato a livello planetario i minorenni affidati alle loro “amorevoli” cure. Certo, potrebbe anche suonare un tantinello stridente che a questi criminali inculabambini la Chiesa non abbia riservato un solo giorno di carcere ma che, al contrario, li abbia omertosamente coperti e aiutati per garantirne l’impunità, consentendo loro di seguitare a pascolare negli oratori per inculare altri bambini in altre parrochie. A pensarci bene, però, non esiste alcuna incoerenza in questi comportamenti di Mamma Chiesa, perché ciò che i Papi hanno ritenuto -e ritengono veramente ignominioso- non è la pedofilia né altri crimini, ma è la circostanza che possano trapelare all'esterno delle VERITA’ che offuscano la falsa immagine che di sé si è data la Chiesa la quale, ad onta degli spots televisivi quotidiani, brilla soprattutto per i suoi crimini, per le sue immense ricchezze, accumulate senza mai lavorare e speculando sulla creduloneria dei poveri di spirito, nonché per la gestione egoistica, disinvolta e sovente criminale dei suoi sconfinati patrimoni mobiliari e immobiliari, oltre che per i laidi intrecci mafiosi che essa ha sempre intessuto con i governanti.


lunedì 14 settembre 2015

Renzi si precipita a New York, con volo di Stato, per sponsorizzare la sua immagine alla finale degli Open tra Pennetta e Vinci (di Luigi Tosti).



Due tenniste italiane -la brindisina Flavia Pennetta e la tarantina Roberta Vinci- sono riuscite, solo GRAZIE alla loro bravura, solo GRAZIE ai loro quotidiani sacrifici e solo GRAZIE ai loro personali esborsi, ad accedere alla finale degli US Open di tennis del 2015. Un vero miracolo questo, se si considera che la Colonia Pontificia Italiana destina insignificanti contributi pubblici allo sport professionistico e dilettante, a fronte di 20 miliardi di euro all’anno che vengono invece devoluti alla Madre Patria, cioè a Papa Francesco e alla sua Chiesa cattolica che vivono e si ingrassano parassitariamente da secoli alle spalle degli italioti.
Ebbene, il politicante che si trova attualmente al vertice del Governo della Repubblica Pontificia Italiota, ovverosia il democristiano Matteo Renzi, ha visto bene di cogliere al volo (di Stato) questa ghiotta occasione per potersi pavoneggiare a spese degli italioti sulla passerella di Flushing Meadows, facendo usuale sfoggio dei suoi strabilianti cinguettii (twitt) che sono stati diffusi in mondo visione con la sua solita disinvolta maestria dai suoi soliti smartphone, tablet e playstation. D'altro canto, come insegnavano gli antichi Romani, il popolo pecorone si governa a razioni di "panem ed circences": i successi della nazionale di calcio e di altri sport fanno dimenticare ai poveri di spirito le miserie, la corruzione, le inefficienze, le ruberie, i soprusi, le burocrazie e le ingiustizie di cui son vittime da parte dei governanti.
Qualcuno “ha osato” criticare il “premier”, ricordandogli che il suo “volo di Stato” è costato agli italioti una somma che si aggira sugli 80.000 euro: una bella cifretta, questa, difficilmente conciliabile col fatto che la “presenza fisica” del Premier nello stadio di New York non era affatto giustificata ai fini dello svolgimento dell’incontro né, tantomeno, ai fini dell’assistenza tecnica delle due tenniste in campo, dal momento che il nostro beneamato e appesantito Premier non brilla né per prestanza fisica né per particolari cognizioni e/o abilità tennistiche. Quindi, se il Premier aveva "piacere" di assistere alla finale (cosa lecita e gradita, ma anche lecita e gradita per altri milioni di italiani) aveva la possibilità (e l'onestà) di comprarsi un biglietto aereo, come hanno fatto tutti coloro che, avendo disponibilità e tempo, se lo sono permesso. 
Ma il Premier ha replicato che “L'Italia, con i suoi rappresentanti……, era lì…….. a dire al mondo che ci guarda che, come sempre, l'Italia è capace di tutto". Questa affermazione disvela sicuramente una grandissima VERITA’, e cioè che “l’Italia è capace di tutto”, ivi compreso il fatto che un governante come il Premier Renzi sperperi impunemente danaro dei contribuenti per fini personali, e cioè per sponsorizzare a fini elettorali la propria immagine. Ma si tratta di una “verità” di cui il Regno di Vaticalia dovrebbe essere tutt'altro che fiero, posto che un funzionario dello Stato -sia pure al vertice- non dovrebbe dilapidare il danaro dei contribuenti per fini personali. Tanto più se si tratta di danaro che è stato sottratto con pesantissime e oramai intollerabili tasse che gravano anche sui cittadini più miserabili di questo Bel Paese di merda. E questo risulta ancor più intollerabile perché l’attuale Premier catto-fascista -al pari degli altri colleghi Premier catto-fascisti che l’hanno preceduto- ha imposto e seguita ad imporre ai sudditi italioti la “cura” della spending review (leggi: taglio dei servizi sociali) abbinata all’aumento delle imposte che colpisce, ovviamente, solo e soltanto i "poveri cristi", ma non i “legali rappresentanti” sul Pianeta Terra del Dio Uno e Trino (ma soprattutto Quattrino), ovverosia la cosiddetta Chiesa Cattolica e le sue infinite e mefitiche ramificazioni mafiose che hanno da tempo metastatizzato l'Italia.


giovedì 27 agosto 2015

BERGOGLIO e LA SUA CHIESA, ovvero: AVERE LA FACCIA COME IL CULO.


Ve le ricordate le parole “tuonanti” di Bergoglio contro la pedofilia della “sua” Chiesa e le minacce di “mano dura” e spietata contro chi avesse abusato dei culetti dei bambini affidati alle “cure” dei prelati, più o meno “alti”? Di fronte a questa ennesima “mirabilia” del novello Papa Francesco, tutta la stampa del Regno Pontificio retto dal Vicario del Papa, cioè da Re Borbone Napolitano I°, nonché tutte le reti televisive della RAI-TV di TeleVaticalia, inneggiarono alla rivoluzione copernicana che si stava abbattendo sulla Chiesa e che avrebbe di lì a poco spazzato le porcate del vecchio precedente Regnante, l’ex Nazista Pastore Tedesco Ratzinger. Ebbene, i segni tangibili di questa epocale rivoluzione li abbiamo sperimentati e li stiamo sperimentando in questo lasso di pontificato in cui ha regnato il neo poverello di Assisi Francesco: praticamente non è cambiato un cazzo. La Chiesa seguita ad accumulare parassitariamente ricchezze e ad essere sempre più ricca, alla faccia dei poveri che muoiono di fame e che sono costretti anche a pagare le tasse indirette sugli immobili e su qualsiasi altro bene e/ servizio, anche se miserabili e nullatenenti. La Chiesa seguita a godere spudoratamente di tutti i privilegi fiscali e seguita ad essere foraggiata e ingrassata dalle donazioni, elargizioni e contributi finanziati dallo Stato, dalle Regioni, dai Comuni, dalle Province e dagli infiniti Enti pubblici italioti, ovviamente con danaro dei contribuenti italiani. Gli omosessuali seguitano ad essere bellamente emarginati e discriminati dai nostri politici di merda che seguono, come pecoroni ammaestrati, le direttive del “Santo Padre” e della Sua infallibile Ecclesia. E la pedofilia? Si sono forse abbattuti su questi spregevoli pezzi di merda la mannaia Papale e le gravi sanzioni preannunciate? Manco per il cazzo. Tutto seguita bellamente come prima: non solo Bergoglio si limita a sanzionare con pene a dir poco ridicole i suoi beneamati prelati pedofili -e questo lo fa solo se il clamore mediatico è talmente forte da sconsigliare l’insabbiatura- ma egli si oppone anche alle “rogatorie” attivate dai Giudici italiani per acquisire dal Vaticano e dalla Chiesa le prove di colpevolezza di questi criminali preti, dando concreta dimostrazione di essere complice e solidale di questi preti pedofili.
E i nostri Augusti politici e la Nostra Augusta Stampa che cosa dicono e che cosa fanno? Niente, un bel cazzo: se ne stanno tranquillamente zitti e, anzi, seguitano a leccare il culo alla Chiesa, ai prelati più o meno alti e alle variegate e infinite istituzioni e congregazioni cattoliche che si sono oramai infiltrate, come vere ramificazioni metastatiche, nel tessuto sociale di questo povero Paese di merda, sempre più suddito e sempre più schiavo di un’associazione criminale denominata “Chiesa Cattolica Apostolica Romana”.
Emblematico e l’ultimo caso di Don Mauro Inzoli, prete pedofilo di Comunione e Liberazione (rectius: Corruzione e Lottizzazione), confessore di Roberto Formigoni, indagato per reati di pedofilia contro una ventina di ragazzi affidati da “amorevoli” genitori alle “cure” della beneamata Chiesa Cattolica. Ebbene, sono otto i casi per i quali don Mercedes - questo il soprannome del Prete per la sua abitudine di girare con macchine di lusso- rischia il rinvio a giudizio. Altri dodici casi sono caduti in prescrizione. Tra le vittime un ragazzo che all'epoca aveva dodici anni. Ma quello che indigna è che l’inchiesta contro questo prete pedofilo è riuscita ad arrivare in porto nonostante l’ostracismo di Papa Francesco, che ha apertamente e deliberatamente ostacolato la Magistratura italiana omettendo di ottemperare alla rogatoria inoltratagli dai giudici per il tramite del nostro Ministro di Giustizia. Il Vaticano ha infatti negato la rogatoria che la procura aveva chiesto per poter conoscere atti inerenti i casi di abusi sui minori, garantendo così l’impunità del suo dipendente criminale. Il sacerdote di Comunione Liberazione, in passato presidente del Banco Alimentare, a causa dei suoi crimini è stato soltanto invitato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a condurre una “vita di preghiera e di umile riservatezza, come segni di conversione e di penitenza”. La Congregazione della Dottrina della Fede ha trasmesso al vescovo di Crema il decreto che ha inflitto a don Inzoli, si badi bene, una “pena medicinale perpetua”: e cioè lo ha semplicemente dichiarato “responsabile”, lasciandogli però la possibilità di mantenere lo status di sacerdote. Da qui l’invito, come detto, ad una vita “riservata”.
A gennaio il nostro eroe ha addirittura partecipato ad un convegno sulla famiglia organizzato dalla Regione Lombardia.In ottobre la procura cremonese si era rivolta, attraverso il ministero della Giustizia, alla Santa Sede con la richiesta di rogatoria. A fine febbraio è arrivato il diniego: gli atti istruttori non possono essere rivelati perché “sub secreto pontificio”, cioè perché secretati da Papa Francesco.
E c’è qualcuno che afferma ancora, con la faccia come il culo, che Papa Francesco e la sua bella Chiesa combatterebbero la pedofilia e collaborerebbero attivamente con la Magistratura italiana per stanare e punire questi lerci individui. Vergognatevi. Ma ancora più si vergognino i personaggi istituzionali dello Stato e della Pubblica Amministrazione -dal Presidente della Repubblica in giù- che seguitano ad accreditare e ricevere in pompa magna il Papa, i cardinali, i vescovi ed altri prelati, pur essendo consapevoli che essi fanno parte di un’associazione criminale che copre i criminali e si rifiuta di collaborare con le autorità giudiziarie italiane per stanare e punire i delinquenti.
VERGOGNA!!!!!!!!!!!




sabato 16 maggio 2015

I “francescani poverelli”, ovvero avere la faccia come il culo (di Luigi Tosti)

“Avere la faccia come il culo” è un antico detto che sta per “Non provare vergogna per le proprie cattive azioni, essere sfrontato, spudorato”. Dal momento che la storia dimostra che questo Pianeta è stato ed è abitato da persone che “hanno la faccia come il culo”, (senza offesa per il culo, che è una parte nobile del corpo umano -e non solo umano- che assolve egregiamente le sue funzioni), mi sono da tempo ripromesso di aprire una sorta di rubrica su questo tema, commentando le falsità, le ipocrise, le menzogne, le contraddittorietà che vengono quotidianamente propalate dai media con una sfrontatezza e candore disarmanti, partendo dal presupposto -purtroppo in larga parte fondato- che il pubblico dei lettori e i destinatari di tali notizie siano in larga parte degli sprovveduti deficienti.

Cominciamo oggi col “tema” della supposta “povertà” della Chiesa e di Papa “Francesco”, che ha assunto questo nome per evocare il “poverello” di Assisi, assunto agli onori degli altari e deificato addirittura come “Santo protettore” dell’attuale Regno di Vaticalia, alias Repubblica Pontificia Italiana, che qualcuno si ostina a chiamare ancora “Italia” laica (forse meglio: laida).
La notizia del nome Francesco, assunto da Bergoglio, ha suscitato un boato trasversale di tutti i media, di tutte le televisioni e di tutti i giornali e giornaletti (forse escluso Topolino), che in uno dei tanti conati di papolatria hanno magnificato la “svolta epocale” di questo nuovo pontefice, con ciò peraltro sottintendendo, necessariamente, che il precedente papa fosse una sorta di frammento fecale, dedito alle ricchezze e agli agi.
Ebbene? quali sono state le “epocali” svolte impresse dal neo “poverello di Assisi”, che siede sul trono di Pietro? Risposta: nessuna.
La Chiesa seguita ad ingrassare succhiando, parassitariamente, le tasse degli italiani (vedi 8 per mille) ed evitando di effettuare gli esborsi che, al contrario, anche i più miserabili e pezzenti dei sudditi italiani sono costretti ad effettuare (ICI, TASI, TARI, rifiuti, acqua, passi carrai etc. etc.). Per altro verso, poi, né IOR né altri cordoni della Chiesa cattolica si sono mai sbottonati per erogare qualche briciolo delle loro immense fortune a favore dei poveri, dei diseredati, degli emigrati, dei migranti. Si può dire, con una circonlocuzione sintetica ma altamente espressiva e comprensibile anche per i meno acculturati, che non è cambiato un cazzo. Però la RAI TV di Stato ed altri media asserviti seguitano tranquillamente a diffondere il messaggio che questo Papa ha impresso una svolta storica per ciò che riguarda la professione di “povertà” e di “solidarietà” della Chiesa. Enfatizzano la circostanza che il Papa abbia detto, in uno dei suoi tanti strabilianti messaggi quotidianamente diffusi durante i Tiggì agli italioti, che “la povertà va combattuta”, che i “migranti debbono essere soccorsi”, che “i migranti debbono essere accolti e aiutati economicamente”, ma si disinteressano di riferire che la Chiesa non contribuisce affatto a spendere nemmeno un briciolo delle sue immense ricchezze per aiutare i poveri ad uscire dalla povertà e per mettere in mare delle navi che salvino i migranti che quotidianamente muoiono; No, per carità, la Chiesa “delega” l’ Italia e l’Europa e compiere queste azioni -che la Chiesa si guarda bene dal fare- e i vari “vaticanisti” della RAI -pagati dagli italiani- si prodigano da parte loro a diffondere le strabilianti “parole del Pappa” per sottintendere questo messaggio subliminale: “Vedete come è grande, buono, saggio e bravo questo Papa, e la Chiesa cattolica che egli comanda”?
Ovviamente gli italioti (che sono una particolare porzione della popolazione di nazionalità italiana) abboccano, anche perché la loro ottusità è stata ed è tale da aver giustificato -e di seguitare a giustificare- tutti i crimini perpetrati dalla Chiesa, cioè di quella che ho avuto l'onore di definire in due pubbliche udienze come la più grande associazione per delinquere e la più grande banda di falsari che mai sia esistita sul Pianeta Terra, che da ultimo ha coperto omertosamente i criminali preti pedofili per evitare loro il carcere e per proteggere il "buon nome" della Chiesa, nonché gli assassini (vedi i casi di Elisa Claps, Manuela Orlandi, Guerrina Piscaglia, etc.)
Ebbene, è proprio con la “faccia come il culo” che è stata diffusa la notizia che la Guardia di Finanza ha recentemente sequestrato 30 milioni di beni ai Francescani dell'Immacolata.
Ma come, non ci avevate detto e strombazzato che i Francescani sono "poverelli" che hanno fatto “voto di povertà” e che vivono nella povertà?
Ma di quale "cazzo" di "povertà" state cianciando? Chi cazzo volete prendere per il culo? Un patrimonio di 30 milioni di euro, con “59 fabbricati, 17 terreni, 1 impianti radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale nonché di 102 autovetture”, sarebbero forse un “patrimonio” da "poverelli francescani”? Ma andate cristianamente e devotamente “affanculo” -direbbe Grillo- ma non noi, che non intendiamo urtare la suscettibilità del Presidente emerito Napolitano, che ha sempre caldeggiato i “toni bassi” (perché è così che si cambiano le cose in Italia).
Mi limito a riportare fedelmente questa notizia che, ovviamente, non ha suscitato l’indignazione degli italioti. D’altro canto, “avere la faccia come il culo” è oramai un connotato talmente diffuso e normale tra gli abitanti del Pianeta che, semmai, può tornare strano e anormale che qualcuno abbia il culo come la faccia.

L'operazione della Guardia di Finanza sul patrimonio intestato a persone esterne all'ordine che era stato sottratto al controllo del commissario della Santa Sede

ANDREA TORNIELLI

ROMA


La Guardia di Finanza di Avellino, sotto il coordinamento del Procuratore capo Rosario Cantelmo, ha eseguito un decreto di sequestro preventivo di beni immobili e mobili per un valore pari a oltre 30 milioni di euro, attualmente nella disponibilità delle associazioni «Missione dell’Immacolata» e «Missione del Cuore Immacolato», riconducibili ai Francescani dell’Immacolata con sede a Frigento, l'ordine fondato da padre Stefano Manelli e commissariato dalla Santa Sede nel  2013.



L'ipotesi è di truffa aggravata e falso ideologico: nel mirino degli investigatori ci sono alcuni trasferimenti di proprietà dei beni, che appartenevano all’istituto religioso, e che sarebbero passati nelle mani di persone e di associazioni esterne alla struttura religiosa. «Le articolate indagini sviluppate dalle Fiamme Gialle - afferma un comunicato della Procura - hanno permesso di svelare una serie di condotte fraudolente attuate da alcune persone operanti nell’ambito delle associazioni le quali, nonostante il commissariamento della congregazione dei Frati francescani dell’Immacolata, hanno proceduto alle modifiche degli statuti delle due associazioni allo scopo di mantenere il controllo sulle stesse ma anche e soprattutto sui loro cospicui patrimoni, così da impedire al commissario apostolico (nel mentre nominato dalla Santa Sede) di esercitare le prerogative che gli statuti assicurano al governo dell’ordine religioso».



«In particolare, consentendo – continua il comunicato – l’ingresso di laici nelle compagini associative (laici non vincolati all’obbedienza verso la gerarchia ecclesiastica, all’epoca e tuttora rappresentata dal commissario apostolico), si è raggiunto in maniera fraudolenta il risultato di sottrarre le due associazioni ad ogni forma di controllo da parte dell’ordine religioso di cui costituiscono da sempre una diretta espressione. Pertanto il Gip del Tribunale di Avellino, accogliendo la tesi investigativa e ritenendo suffragata la condotta fraudolenta accertata, ha emesso il provvedimento cautelare eseguito dalla Guardia di Finanza con il sequestro preventivo di 59 fabbricati, 17 terreni, 1 impianti radiofonico e cinematografico, 5 impianti fotovoltaici dislocati su tutto il territorio nazionale nonché di 102 autovetture per un valore complessivo di oltre 30 milioni di euro».


Sono stati anche sequestrati alcuni conti bancari. I beni sequestrati sono stati affidati in custodia giudiziale al commissario apostolico che agisce per conto della Santa Sede, padre Fidenzio Volpi. Il patrimonio sequestrato sarebbe stato gestito da persone vicine a padre Manelli, che ne avevano ottenuto il controllo al momento del commissariamento, quando il fondatore era stato estromesso dalla guida dell'istituto. I nuovi titolari del patrimonio avevano chiesto la restituzione dei veicoli e di locali nella disponibilità dei frati a Napoli e a Rocca di Papa. E avevano anche intimato lo sfratto ai Francescani dell'Immacolata dalla Curia generalizia di via Boccea, utilizzata anche come studentato. Il 4 ottobre scorso Papa Francesco ha donato un immobile nei pressi della stazione Termini agli studenti Francescani dell'Immacolata che frequentano l’Antonianum per la preparazione filosofica e teologica al sacerdozio.

È possibile che l'affidamento in extremis dei beni dei Francescani dell'Immacolata a persone esterne servisse a favorire la nascita di un nuovo istituto d’impostazione liturgica tridentina, dopo i dissidi interni che hanno portato al commissariamento con una procedura iniziata già durante il pontificato di Benedetto XVI.


venerdì 27 febbraio 2015

UAACS: LA VIOLENZA RELIGIOSA SUI BAMBINI: "LA PRIMA COMUN...

UAACS: LA VIOLENZA RELIGIOSA SUI BAMBINI: "LA PRIMA COMUN...: La “Prima Comunione”: bambini stuprati mentalmente , derubati della loro innocenza, costretti a credere di cibarsi del sangue e della ca...

giovedì 8 gennaio 2015

CHARLIE EBDO, ovvero: LE RELIGIONI SONO IL CANCRO DELL’UMANITA’





La strage dei giornalisti di Charlie Ebdo, operata da idioti criminali islamici per “lavare col sangue” le presunte “offese” arrecate ad un primate vissuto nel 700, un tale di nome Maometto, dimostra -se ancora ce ne fosse bisogno- che TUTTE le RELIGIONI SONO PERNICIOSE e rappresentano -ancorché in misure differenziate- un vero e proprio CANCRO DELL’UMANITA’. La Storia insegna, infatti, che le religioni hanno sempre determinato -sia da parte dei cristiani che da parte degli islamici e/o degli adepti di altri "religioni"- una serie infinita di crimini contro l'umanità, che vanno dalle crociate all'Inquisizione, dalle torture e i roghi delle streghe e degli "eretici" alle condanne dei liberi pensatori, degli scienziati e degli omosessuali, dalle condanne a morte dei "blasfemi" (tuttora in vigore in numerosi Stati islamici) alle condanne a morte di chi, come i giornalisti di Hebdo, facevano satira, cioè esercitavano un diritto di libertà di pensiero, di opinione, di espressione e di cronaca che sono riconosciuti e garantiti da Convenzioni internazionali.
Giova ricordare -soprattutto ai beneamati “cattolici”, che tentano oggi di differenziarsi dagli “islamici” e di dipingersi, con l’appoggio di prezzolati politici del rango di Matteo Salvini, come gli unici portatori di valori di “civiltà”, che nella metà del 1.500 una "pasquinata" prese in giro il loro benemerito Papa Pio V, perché costui aveva affisso un'epigrafe sopra una latrina, esprimendosi con queste testuali parole: “Pio V, avendo compassione per tutto ciò che si ha sullo stomaco, eresse come opera nobili questo cacatoio”. Ebbene, di questa pasquinata satirica venne accusato tale Niccolò Franco che, guarda caso, non venne trucidato da un commando di fanatici cattolici ma venne direttamente processato dal Tribunale dell’Inquisizione e fatto impiccare da Pio V. Non miglior sorte toccò al poeta Aonio Paleario, che osò criticare la criminale ferocia con la quale il Papa cattolico Pio V perseguitava con i suoi Tribunali della Santa inquisizione i cosiddetti “eretici”, cioè i liberi pensatori che la pensavano in modo diverso dalla Chiesa. Aonio Paleario scrisse questi versi satirici contro Pio V: “Quasi che fosse inverno, brucia cristiani Pio siccome legna, per avvezzarsi al fuoco dell'inferno. Ebbene, per questi versi satirici anche Aonio Paleario fu fatto ardere sul rogo da Papa Pio V che, detto per inciso, oltre a macchiarsi di questi ed altri crimini coi suoi tribunali dell’Inquisizione, fu anche autore dello sterminio sistematico di tutti i Valdesi piemontesi e calabri, della persecuzione e della ghettizzazione degli ebrei ed altresì istigatore della strage degli Ugonotti. Fu per questi “alti meriti” che la Chiesa Cattolica, dopo averlo beatificato, lo “santificò” nel 1712. E se qualche augusto cattolico volesse interferire con questi dati storici col consueto argomento secondo cui i “crimini dei Papi e della Chiesa non sono tali perché vanno contestualizzati al periodo storico”, faccio osservare che questo criminale Papa, oltre ad assurgere agli onori degli altari come “santo”, è stato anche fatto oggetto di apologetica esaltazione da parte dell’emerito Pastore Tedesco Papa Ratzinger, cioè l'ex nazista aderente alla gioventù Hitleriana.
Se è innegabilmente vero che oggi i Cattolici -a differenza degli islamici- non bruciano più sui roghi i “balsfemi”, i liberi pensatori e chi fa satira sulla loro religione, questo non è imputabile alla resipiscenza o alla bontà della loro religione -come con tutta la sua melliflua ipocrisia e falsità vorrebbe far credere Monica Maggioni direttrice di RAI News 24, bensì all’Illuminismo ed alla Rivoluzione francese che hanno inculcato i contrari principi del rispetto dei diritti umani di libertà di pensiero, di opinione, di critica e di libertà di religione. L’unica differenza tra cristiani ed islamici scaturisce dalla circostanza che questi ultimi non hanno avuto alcun contatto (correttivo) con l’Illuminismo e con la rivoluzione francese e questo spiega perché, oggi, la loro cultura sul rispetto dei diritti umani sia arretrata di almeno 200 anni. Nessuno deve però illudersi sulla “bontà” della Chiesa e degli attuali cristiani cattolici né, tanto meno, sulla “bontà” dell’ordinamento giuridico della Colonia del Vaticano, cioè la nostra augusta Repubblica Pontifica Italiana. Basta infatti considerare che, se i giornalisti di Charlie Ebdo avessero operato nell'attuale Regno di Vaticalia, piuttosto che in Francia, essi sarebbero stati da tempo condannati a sanzioni penali da parte dell’asservita magistratura italiana: e questo sulla base delle leggi liberticide ispirate dal sodalizio criminale tra il Vaticano e la dittatura Mussoliniana.
Rammento infatti ai “poveri di spirito” (critico) che il Codice penale catto-fascista, tuttora in vigore, punisce sia i reati di “basfemia” che quelli di “vilipendio della religione” (cattolica) perché ritenuti offensivi del cosiddetto (quanto evanescente e impalpabile) “sentimento religioso”. Al contrario -guarda caso- il Codice fascista Rocco non sanziona affatto chi vilipende il “sentimento filosofico” o quello “scientifico” o quello “ateo” e la magistratura italiana, asservita al Vaticano, si è ben guardata dal sollevare eccezione di incostituzionalità adducendo motivazioni che gridano vendetta.
Dunque i nostri augusti “governanti”, che oggi manifestano “solidarietà” ai giornalisti di Hebdo, dovrebbero quanto meno vergognarsi della loro eclatante falsità ed ipocrisia, perché è grazie alla loro prava volontà che ancora oggi, in Italia, vengono condannati i blasfemi e chi “offende il sentimento religioso” dei cattolici con la satira o in altro modo. Emblematico è il caso del giornalista Vauro, che è stato condannato per vignette satiriche ritenute “offensive del sentimento religioso dei cattolici”. Ma è altrettanto emblematico il caso di Adel Smith, che è stato condannato da un fervente giudice cattolico per aver detto una banale verità, e cioè che il crocifisso è orrifico perché rappresenta il cadavere di un uomo torturato e inchiodato su una croce.
Sarà dunque opportuno che la massa degli ipocriti commentatori della strage di Parigi, che fanno capolino dalle reti della RAI, cioè da “TeleVaticalia”, prendano in considerazione il fatto che la strage dei giornalisti francesi affonda le sue mefitiche radici culturali nell’atavica criminalità ed intolleranza che connotano, anche se in misure differenziate, TUTTE le religioni del Pianeta Terra. E’ da ritenere inevitabile che, ancora oggi, nell’anno 2015, vi siano degli idioti disposti a credere in favole mitologiche come quella di un dio Uno e Trino -ma soprattutto Quattrino- che 2.000 anni fa si sarebbe accoppiato con una primate di Homo sapiens, peraltro minorenne, vergine e sposata, per generare un pargolo, dio o semi dio, che sarebbe stato poi destinato dal dio-babbo ad essere sacrificato sulla croce per “salvare” (da che?) l’umanità. E’ però intollerabile che esistano ancora oggi degli idioti criminali, che siano talmente idioti e talmente criminali da credere e pretendere che un’ “offesa” arrecata alla reputazione di un primate di nome Maometto, vissuto nel 700, debba essere lavata col sangue. Nessun ateo si è mai sognato e si sognerebbe mai di fare altrettanto, se un qualche credente offendesse la reputazione di Charles Darwin. Ed è questa la ciclopica differenza culturale tra Ateismo e Religione.
La genesi della strage dei giornalisti liberi pensatori francesi è da ricercare nella criminalità e nell’intolleranza di TUTTE le religioni (nella specie: quella islamica), ma la corresponsabilità della strage è anche da attribuire ai politici che hanno governato e che governano i Paesi (soprattutto islamici)  dove il principio di laicità viene vilipeso e bistrattato a favore di una Religione dominante. Anche gli idioti, infatti, sanno oramai perfettamente che per poter governare e sottomettere i “sudditi” di un Paese è necessario ottenere la collaborazione e il consenso degli sciamani di turno, e cioè del Potere Religioso dominante. E l’Italia, sotto questo aspetto, è l’esempio più illuminante a livello Planetario.

Luigi Tosti, orgogliosamente ateo, 8 gennaio 2014