sabato 18 novembre 2017

Visitate i murales della Città di OFENA (AQ), candidata dall’UNESCO a capitale del razzismo religioso. (di Luigi Tosti)













Rispolverando tra le vecchie foto e carte del 2003 mi sono ritrovato quelle riguardanti l’allucinante persecuzione, ghettizzazione e discriminazione della famiglia di un islamico di nome Adel Smith, oggi defunto con grande gioia dei cattotalebani italici e di Bruno Vespa.

All'indomani dell'ordinanza cautelare presa dal Giudice del tribunale dell'Aquila dott. Montanaro, con la quale si ordinava al Ministero della pubblica istruzione la rimozione del crocifisso, è iniziata da parte dell'Amministrazione Comunale di Ofena, Sindaco in testa, un'incredibile attività di persecuzione e di discriminazione di stampo razzistico/religioso ai danni del Sig. Smith Adel e della sua famiglia, che si è estrinsecata attraverso una serie di iniziative tutte connotate dall'abuso delle pubbliche funzioni, e cioè dalla deviazione del comportamento della Pubblica Amministrazione dai fini istituzionali che le competono per legge.
Da segnalare, in particolare, i seguenti episodi.
1°)            All'indomani dell'ordinanza cautelare del 22.10.2003 del giudice dott. Mario Montanaro, con la quale si ordinava la rimozione del crocifisso dalle aule della scuola materna ed elementare "Antonio Silvieri", l'Amministrazione Comunale di Ofena, e il Sindaco Architetto Anna Rita Coletti in testa, pensava bene di autorizzare, in tempi record, la collocazione dinanzi l'ingresso della Scuola di un orrendo crocifisso in ferro di ben tre metri di altezza, realizzato da un fabbro utilizzando travi ferrose destinate all'edilizia: il tutto con chiare finalità di sfregio nei riguardi del credo islamico del sig. Adel Smith e della sua famiglia, oltreché della decisione presa dal giudice dott. Montanaro. E' da sottolineare, in particolare, che all'Amministrazione Comunale di Ofena perveniva, in data 28.10.2003, una singolarissima richiesta dell'Arciconfraternita "Maria Santissima del Rosario" Anno Domini 177 di San Giorgio La Molara (Benevento), con la quale si dichiarava di voler "donare" una croce in ferro di ben tre metri di altezza che, secondo i "desiderata" del "donante", era "da posizionare nella mattinata del 1.11.2003" (cioè dopo appena tre giorni!!!). In strabilianti tempi record il Sindaco chiedeva ed otteneva il parere favorevole del responsabile dell'Ufficio Tecnico Comunale Ing. Mauro Antonello Tarsini, il quale "verificava la fattibilità della installazione di una croce in ferro (guarda caso) sull'area verde pubblico in prossimità dell'edificio scolastico comunale". Il 30.10.2003, dopo appena due giorni dalla ricezione della domanda della Confraternita, la Giunta municipale, composta da Coletti Anna Maria, Palmeri Vincenzo e Cogliandro Vincenzo, "accettava la donazione" ed "autorizzava il soggetto donante a posizionare la croce nei luoghi e con le modalità riportate nella relazione del Tecnico Comunale": la delibera -per assecondare gli "urgenti" (?!?!?) "desiderata" del donante- veniva dichiarata immediatamente esecutiva. Detta croce veniva in effetti impiantata, dinanzi la scuola elementare di Ofena, il 1.11.2003, in mezzo ad un "tripudio" di "fedeli campani" e locali, contrabbandandola per una "testimonianza concreta e tangibile della radice di civiltà cristiana".
Chi scrive non può esimersi dal denunciare la palese discriminazione di stampo razzistico/religioso che l'Amministrazione Comunale -in combutta con la Confraternita Maria Santissima del Rosario- ha perpetrato -attraverso la collocazione della gigantesca croce dinanzi all'ingresso della scuola frequentata dai figli minorenni di Adel e Mimoza Smith- ai danni di questi ultimi: questo gesto reazionario, infatti, non ha nulla a che vedere con quella che potrebbe essere una legittima manifestazione di un "culto" religioso. Essa è invece l'espressione dell'arroganza di chi, approfittando ed abusando del potere pubblico e della posizione di supremazia di cui gode, ha inteso inviare al "musulmano" Smith e ai suoi figli questo concreto "messaggio" di stampo razzistico: avete osato chiedere la "rimozione" del "nostro" simbolo del crocifisso dalle aule scolastiche? Ebbene: "beccatevi", ora, questo gigantesco crocifisso che, per sfregio, vi poniamo proprio dinanzi all'ingresso della scuola, in modo che i due alunni di "razza inferiore", cioè "islamica", siano costretti, tutti i giorni, ad ammirarlo con la sottomissione dovuta da chi ha abbracciato una "religione inferiore".
L'arroganza discriminatoria del gesto che è stato perpetrato dalla Pubblica Amministrazione locale è testimoniata dalla circostanza che non rientra affatto nelle competenze istituzionali di un Comune erigere templi o simboli di una qualche religione (tantomeno nelle aree destinate a verde pubblico e in territorio assoggettato a vincolo paesaggistico) o intervenire nell'ambito dell'insegnamento scolastico. La Pubblica Amministrazione, al contrario, dovrebbe essere imparziale (art. 97 Costituzione) e non potrebbe parteggiare -peraltro per odiose finalità di sfregio- per una religione piuttosto che per un'altra, se non altro perché la Costituzione accorda pari diritti e pari dignità a tutte le confessioni religiose, positive o negative che esse siano. E la riprova concreta è nel fatto che tra i legittimi "contraddittori" dell'iniziativa legale intrapresa dal sig. Smith non vi è mai stato il "Comune di Ofena", il quale dovrebbe dunque interessarsi delle materie deputategli per legge, evitando di "prendere smaccatamente le parti" di una religione e di perseguitare e ghettizzare coloro che credono in altre religioni, razzisticamente ritenute "inferiori".
2°)            Il secondo episodio -che conferma in modo eclatante gli intenti razzistici/discriminatori del gigantesco crocifisso in ferro collocato dinanzi l'ingresso della scuola- risale all'intervista rilasciata dal Sindaco Arch. Anna Rita Coletti ad una inviata della trasmissione la "Vita in diretta", poi mandata in onda su RAI UNO all'indomani della decisione del Dott. Mario Montanaro. Alla domanda dell'intervistatrice, che chiedeva: "E se dovesse essere rimosso, questo crocifisso?", il Sindaco di Ofena rispondeva con le seguenti testuali parole: "(La soluzione) più pratica potrebbe essere o quella di riposizionare il crocifisso oppure di regalare ai bambini, nel giorno in cui, il primo giorno di scuola, entrano in classe, un crocifisso da parte dell'amministrazione comunale, da portare appeso al collo, perché in questo modo, poi, i crocifissi che il bambino islamico dovrà vedere non saranno più uno, ma saranno quelli appesi al collo di tutti i propri compagni".
Dal tenore di queste dichiarazioni è evidente che per il Sindaco di Ofena i bambini "islamici" appartengono ad una "razza religiosa inferiore" e, soltanto per questo, meritano di essere ghettizzati ed umiliati dai compagni di classe, appartenenti alla "razza superiore" dei bambini "cattolici", peraltro con la fattiva collaborazione dell'Amministrazione Comunale di Ofena che, a proprie spese e magari distogliendo le risorse economiche destinate alla raccolta dei rifiuti o ad altre incombenze comunali, li doterà di ben vistosi crocifissi da esibire al collo, per schernire e dileggiare i piccoli "infedeli islamici".
Queste "dichiarazioni" pubbliche, rese dal Sindaco di Ofena nel corso di una trasmissione televisiva di largo ascolto, evocano i tempi bui del medio evo e del nazi-fascismo, tanta è la carica razzistica e discriminatoria che esse contengono. C'è soltanto da meravigliarsi come esse siano state tollerate in quella trasmissione e da chiedersi, poi, come mai il conduttore Michele Cucuzza o chi per lui non le abbia segnalate all'autorità giudiziaria, magari con lo stesso "zelo" col quale l'egregio Dott. Bruno Vespa (o chi per lui) ha segnalato alla Procura della Repubblica capitolina la frase pronunciata da Adel Smith nel corso della trasmissione "Porta a porta" ("il crocifisso raffigura un cadavere in miniatura"), frase per la quale il P.M. romano ha ritenuto di ravvisare -si badi bene- gli estremi del delitto di "vilipendio della Religione di Stato".
Preme sottolineare l'odiosità delle "minacce" rivolte dal Pubblico Amministratore, sia perché perpetrate con l'arroganza di chi abusa dei pubblici poteri di cui è fornito, sia perché indirizzate nei confronti di minorenni indifesi, che dovrebbero subire gli atti di discriminazione e di scherno razzistico/religioso addirittura nell'ambiente (educativo?) della scuola dell'obbligo e ad opera dei compagni di classe minorenni, "graziosamente" istigati a tanto dagli "amministratori comunali" maggiorenni!!!
Non credo che l' "insegnamento" impartito dall'Arch. Anna Rita Coletti sia proprio encomiabile.
3°)            Sempre all'indomani dell'ordinanza del dott. Mario Montanaro, poi, molte pareti delle case del centro abitato di Ofena (assoggettato a vincolo paesaggistico) sono state dipinte con vistosissimi ed estesi "murales", mai autorizzati, inneggianti al Crocefisso e ad altre immagini sacre al Cattolicesimo: anche qui non si tratta di "pie" manifestazioni di "culto", ma di ostentazione provocatoria e discriminatoria nei confronti di quella famiglia islamica, "rea" di aver preteso di avere lo stesso trattamento riservato ai cattolici.
Questi "murales" sono stati dipinti su molte facciate prospicienti la piazza San Carlo, su altre facciate e -incredibile ma vero- anche sul lato sinistro dell'ingresso della Casa Comunale di Ofena: quivi troneggia, oggi, un gigantesco crocifisso, dipinto come "monito" agli "infedeli islamici". Il messaggio che promana da quest'ultimo crocifisso è chiaro come lo sarebbe una "bella" "croce uncinata" nazi-fascista all'indirizzo di un ebreo, e cioè: cari Adel, Mimoza, Adam, Khaled e David Smith, sappiate che in questo "feudo" "regna" un'Amministrazione Comunale che ha ben capito a quale "razza religiosa (di merda) inferiore" appartengano gli "infedeli musulmani" e non intende, pertanto, piegarsi alle ridicole "ordinanze" del Giudice Montanaro, che citano assurde norme costituzionali ed assurde sentenze della Corte Costituzionale e della Cassazione, che hanno "osato" affermare che tutti i cittadini italiani ed europei sono uguali, qualunque sia il loro credo religioso, e che tutte le confessioni religiose hanno pari dignità.
Estremamente singolare e significativa -e non si può quindi non rimarcarla in questa sede- è la circostanza che questi "murales" siano "fioriti" all'improvviso e in gran numero sulle facciate prospicienti le pubbliche piazze e le pubbliche vie di Ofena, guarda caso proprio all'indomani dell'ordinanza di quel Giudice e senza che, si badi bene, il centro abitato di Ofena -assoggettato a vincoli paesaggistici- avesse mai presentato, come caratteristica architettonica peculiare, siffatte decorazioni esposte al pubblico. C'è da chiedersi perché l'Autorità Giudiziaria ed Amministrativa non siano intervenute e come possa essere possibile che siano stati dipinti questi provocatori e lerci murales di stampo razzistico, senza che sia intervenuta alcuna autorizzazione ed anzi in spregio alle normative vigenti sull'ornato pubblico, ai regolamenti edilizi ed alle norme di tutela paesaggistica (ivi inclusi i rilascio di preventivi pareri favorevoli). Ma si tratta di domanda pleonastica, essendo ben noto che i tutori della legge per garantirsi il posto di lavoro sono "forti coi deboli e deboli coi forti".
4°)            Altra strabiliante iniziativa dell'Amministrazione Comunale di Ofena è quella che è stata pubblicizzata con manifesti affissi alle bacheche, che ho avuto cura di fotografare in occasione della mia visita ad Ofena. Si tratta del progetto di "realizzazione di una Via Crucis composta di n. 14 stazioni, delle quali il progetto sarà donato da un artista di fama internazionale mentre la realizzazione sarà a carico dell'Amministrazione Comunale". Come ha cura di dichiarare nel manifesto, questa iniziativa trae lo spunto dalla "vicenda della scuola elementare e materna di Ofena che ha avuto risonanza internazionale, e cioè il crocifisso presente sulle aule di scuola. Nella specie il padre di un alunno...ha proposto ricorso per la rimozione del crocifisso in via cautelare...Attualmente la questione è ancora sotto il vaglio dei giudici di merito e stiamo aspettando la sentenza definitiva dell'autoritè giudiziaria sull'argomento. Nel frattempo la maggior parte dei cittadini d Ofena....ha dichiarato di non essere d'accordo con il genitore sostenendo "con forza" l'apposizione del crocifisso anche nell'aula della scuola, pur riconoscendo la tolleranza e la volontà di apertura verso il concittadino che ha esposto e portato alla ribalta della cronaca il problema delle confessioni religiose nell'ambito dela scuola..."
Dunque, l'Amministrazione Comunale di Ofena non è ancora paga della "crociata razzistico/religiosa" perpetrata contro l'infedele famiglia musulmana, ma intende rincarare la dose per realizzare addirittura una "Via Crucis" di 14 stazioni, magari partendo dalla casa di quella famiglia di “pezzi di merda” di islamici sino al Comune, riservando oviamente un’importante "stazione" dinanzi alla scuola elementare e materna.
Sembra proprio che la persecuzione di stampo razziale/religioso non abbia limiti e che gli Amministratori comunali di Ofena, approfittando codardamente della posizione di supremazia loro conferita dall'esercizio di pubbliche funzioni, intendano seguitare a schernire, dileggiare ed umiliare quella famiglia con un'altra opera monumentale -realizzata a spese del Comune!!- sicuramente destinata a far assurgere Ofena agli onori della storia dell'Arte, della Cultura e del bon ton. Se questo dovesse ritenersi "legittimo", c'è soltanto da chiedersi quali possano essere le prossime, auspicabili, "mosse" del Sindaco di Ofena e della sua Giunta.
Da parte mia posso suggerire all'Amministrazione di Ofena -visto l' "andazzo" persecutorio sin qui concretizzato- di realizzare anche quattro ciclopici Crocifissi -oppure quattro Cattedrali Cattoliche- dinanzi a ciascuno dei lati dell'abitazione degli "sporchi infedeli musulmani", acciocché gli stessi, ovunque si affaccino, abbiano bene in mente "chi realmente comanda ad Ofena" e "chi realmente appartiene alla razza religiosa Superiore". Si potrebbe, poi, realizzare anche un pergolato, ovviamente tutto composto da "Croci", che parta dall'abitazione di Smith sino all'ingresso della scuola di Ofena, acciocché i "bambini islamici" (come graziosamente li appella il Sindaco Arch. Anna Rita Coletti) subiscano l'onta delle "forche caudine cattoliche", ogni qual volta si recano a lezione.
Ripristinando, poi, la pia usanza della Chiesa Cattolica contro gli ebrei, in auge sino alla metà dell'ottocento, il Comune di Ofena potrebbe anche stipendiare un predicatore cattolico acciocché dispensi ai figli di Smith, mentre si recano a scuola, "prediche coatte", perché decidano di convertirsi e di abbracciare, dunque, l'Unica, Vera, Grande Fede: quella di Santa Romana Chiesa.
Visitate dunque Ofena, ma mi raccomando: non da turisti, ma da ospiti.
Rimini, addì 18 novembre 2017 d.i.C.

Luigi Tosti

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